Tutta la bellezza del mondo…

The Great Gig In The Sky (Pink Floyd, 1973)

Non ricordo da quanto tempo vagassi, forse il tempo di un sogno, e in tal caso sarebbe bastato svegliarsi per controllare che ora era. Ma, al contrario, mi sentivo perfettamente sveglio e, sebbene sprovvisto d’orologio, non ero per nulla afflitto dall’ansia del tempo.
Ero però rimasto sbalordito da ciò che avevo appena visto: creature bellissime con livree multicolori erano apparse all’improvviso da dietro una roccia, s’erano mosse con grazia e leggerezza ed erano poi scomparse dietro altre rocce. E fu il contrasto evidente con la desolazione che avvolgeva tutta la valle che rese quella visione ancor più strabiliante.

Intuendo il mio stato d’animo, il mio compagno di viaggio mi posò la mano sulla spalla e disse: «Nel mondo terreno la bellezza è qualcosa che c’investe e ci coinvolge, passando, attraverso i nostri sensi, dall’esterno all’interno di noi stessi. Ci amplifica i sensi e ubriaca i nostri sentimenti, sconvolgendoli. Ci attira a sé influenzando positivamente la nostra anima, rendendola migliore.» fece una breve pausa poi continuò: «Nel regno della materia che cos’è la bellezza, se non l’implicita attribuzione di un valore funzionale? Da questo momento capirai che, ove la materia non è più regolata da leggi fisiche assolute, ogni sua funzione perde d’efficacia e ogni valore a essa legato s’annulla. Quaggiù, la bellezza che vediamo, come tutto il resto, non è altro che il riflesso della nostra anima. Fa parte del nostro bagaglio d’esperienze che abbiamo accumulato nell’arco di tutta la vita. In verità, quaggiù, la bellezza ha perso la sua funzione terrena, è evoluta in un’essenza esclusivamente mistica.»

«Credo di non capire. Vuoi dire che in questo mondo la bellezza non esiste? Che ciò che vedo è solo un riflesso della mia mente? Eppure mi è appena passata davanti, mi è sembrata reale e mi ha scaldato il cuore.» obiettai.

«Al contrario, in questo mondo la bellezza può essere ovunque! Come e più che in quello terreno. Come ho detto, si tratta del riflesso dell’anima, non della mente, cioè il riflesso di ciò che si è vissuto, non percepito… Per questo dico che dipende esclusivamente da quanta bellezza alberga nelle nostre anime… Ciò che resta di essa ne è l’essenza, la parte più pura!» concluse lui.

Allora qualcosa di buono mi era rimasto, pensai.
L’inconsapevole bellezza che aveva scandito le mie tante, troppe giornate distratte: la perfezione naturale di un fiore appena sbocciato, un panorama conquistato dopo ore di faticosa salita, i tramonti sulla spiaggia tiepida, il sonno innocente di un qualunque cucciolo, la corsa selvaggia di un purosangue, i colori intensi e tormentati dei quadri di van Gogh, un sorriso dolce e inaspettato, la musica struggente dei miei vent’anni, le favole della mia infanzia raccontate da mia madre… Tutto questo e molto, moltissimo altro ancora, mi era rimasto addosso.

Tutta la bellezza del mondo era dentro di me, e niente e nessuno me l’avrebbe portata via.

Carlo Tassi

Pubblicato da carlotassiautore

Architetto mancato, dopo vari mestieri si laurea a pieni voti in Scienze e Tecnologie della Comunicazione. Due passioni irrinunciabili come il disegno e la scrittura, poi tanti interessi e una grande curiosità verso le cose del mondo sono i motivi che l'hanno convinto a cimentarsi come autore satirico e illustratore freelance. Da anni collabora come autore e redattore nel quotidiano online Ferraraitalia.